Enrico Vezzi
Enrico Vezzi (1979, San Miniato) si è laureato in Psicologia all’Università degli Studi di Firenze nel 2005. Fin dal suo esordio concepisce l’arte come un mezzo per stimolare nuove riflessioni sul rapporto tra natura, storia collettiva e memoria personale. Le sue opere sono sempre la traccia di un tentativo di relazione tra la memoria storica e i luoghi a questa connessi. Ogni suo progetto è una testimonianza del processo stesso con cui l’opera si manifesta, con cui tenta di stimolare e formare un dialogo teso al cambiamento. Il suo lavoro è stato protagonista di progetti collettivi e personali in spazi istituzionali in Italia e all’estero, tra cui ricordiamo: Ex-Tech Center, Düsseldorf (2023); La Portineria, Firenze (2022); Hangar, Barcellona (2021); Artists for Staccioli (2020); Estuario project space, Prato (2019); Srisa Gallery, Firenze (2018); Palazzo Grassi, Venezia (2017); Meštrovicev paviljon, Zagabria (2017); Centrale Fies, Trento (2016); Gallerie SeeStudio, Paris (2015); DC, Pordenone (2013); Parco della Musica, Roma (2013); Fondazione March, Padova, (2012); Museo di Villa Croce, Genova (2012); CCCStrozzina, Firenze (2009). In parallelo alla sua attività espositiva ha condotto laboratori, lezioni e conferenze in collaborazione con: AAA di Bruxelles, Radar di Loughbourough, Fabrica de Pensule di Cluj-Napoca, International Academy di Hengshui, Careof di Milano, Bevilacqua La Masa di Venezia, Fondazione Fotografia di Modena, Neon Campobase di Bologna, Museo MIC di Faenza. Dal 2008 è parte attiva del collettivo di Base/ Progetti per l’arte di Firenze. Dal 2019 è tra i fondatori di Estuario project space di Prato. Dal 2021 è tra i curatori del progetto Imboscata.