Tra gli artisti più sperimentali e nomadi della sua generazione, dalla fine degli anni Cinquanta Mario Ceroli (1938, Castel Frentano) dà vita a una vasta gamma di opere e progetti in cui far emergere realtà dalle prospettive immaginifiche sul proscenio di narrazioni infinite. Contraltare del realismo artificiale delle tecnologie, le strutture aperte e i dispositivi organici delle sue “eco-mitologie” rappresentano vertigini della possibilità di comprendere e rifondare la relazione umana con la natura del mondo, allargandone i confini sensoriali e percettivi, dove il noi precede l’io. Al periplo di sette decenni di ricerca ininterrotta, le opere di Ceroli continuano ad avere la forma della speranza e la forza di sognare ancora un cambiamento comune.
Il volume è realizzato in occasione della mostra a cura di Cesare Biasini Selvaggi ospitata nel 2024 nella Sala Stirling di Palazzo Citterio a Milano, nell’ambito dell’accordo di collaborazione tra Grande Brera e GNAM (Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea) con il supporto di Banca Ifis. Testi di Angelo Crespi, Cristina Mazzantini, Cesare Biasini Selvaggi e Mario Ceroli.