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ChorAsis Vol. II

, , , 9791281348141 Brossura - cofanetto in 4 volumi 38 ciascuno 14,8 x 21 2024

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Il volume è composto dai quattro progetti espositivi realizzati nel corso dell’anno 2021. Presentati in singole pubblicazioni, raccolgono il processo creativo percorso da ogni artista fino alla restituzione finale […] possiamo dire che ciascuno degli artisti, pur senza essersi consultati e certamente stimolati dal luogo, hanno concentrato il loro pensiero sul concetto di tempo, inteso nella sua accezione più ampia. Il tempo storico, che la presenza della villa costantemente ricorda, è preso spesso come occasione per riflettere sulla non staticità, sulla dinamicità che è intrinseca all’idea stessa di tempo.

È il caso, per esempio, di Carlo Colli che con il suo progetto ZERO ZERO evidenzia proprio la transitorietà dei momenti temporali, dove il passaggio da l’uno all’altro non è bloccabile in una monumentalizzazione avvertita come impossibile.

Il tempo è visto anche come occasione di meditazione sul qui e ora, sulle azioni che devono utilmente compiersi, come accade a Serena Fineschi con l’uso della meridiana per It’s time to come clean o con il confronto gomma verde/prato erboso di Take your choice (landscape) ma anche, con le aureole di The Helpers, Tempo come confronto con le persistenze che continuano a caratterizzare gli spazi, riattivando antiche motivazioni e rivestendole di un sentire più prossimo alla sensibilità contemporanea.

Il tempo pare invece essere avvertito come memoria in Myriam Cappelletti, interpretazione declinata particolarmente sull’individuo, inteso come sedimento progressivo e personale, ad esempio in opere come Dimora infinita o Il ricordo perduto, mentre un delicato confronto con lo spazio ospitante pare attivarsi con le frasi di Diario sommesso.

L’invito esplicito di Cristina Gozzini sembra invece essere quello di un tentativo di recupero del tempo naturale, dove il passo prende la giusta cadenza. Con il progetto Finalmente niente l’artista pare dire che è necessario respirare in accordo con tutti i viventi, dimenticando la presunzione della centralità umana, tentando una volta di più di ripristinare modi di sentire che possono indicare vie diverse di costruire la propria esistenza.