All’inizio del secolo scorso anche Pistoia e Montecatini Terme si confrontarono con l’Art Nouveau, movimento artistico che aveva iniziato a svilupparsi in Europa a partire dal 1880 nell’ambito del più generalizzato clima simbolista. È a quella stagione che l’Associazione Mirabilia Arte e Memoria ha dedicato il volume “Le officine del Liberty. Tra Pistoia e Montecatini Terme” scritto da Perla Cappellini per Dossier Pistoia, collana di alta divulgazione giunta al terzo numero pubblicata da metilene edizioni. Il libro è stato presentato sabato 2 dicembre presso le Terme tamerici di Montecatini Terme, con la partecipazione dell’architetto Roberto Agnoletti.
Personaggio di riferimento del Liberty in Toscana, ma anche in Italia, fu Galileo Chini. L’artista fiorentino, del quale proprio in questo 2023 ricorrono i 150 anni dalla nascita, era tra i protagonisti della prima Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna organizzata a Torino nel 1902. Fu in quella occasione che l’Italia iniziò a mostrare uno specifico interesse per i linguaggi di quella che veniva definita “arte nuova” e che nel nostro Paese assunse la denominazione di Liberty. Da allora il Chini, seguendo le innovazioni linguistiche dell’art nouveau e delle secessioni mitteleuropee, si interessò anche ad espressioni artistiche “minori” come la ceramica e la pittura murale. Molte delle sue opere sono presenti nel nostro territorio: il volume prende in esame soprattutto la sua produzione tra Pistoia e a Montecatini Terme. Quest’ultima, città che all’inizio del nuovo secolo si era trasformata in una vera ville d’eaux, meta termale tra le più conosciute e frequentate in Europa, ospita il maggior numero di testimonianze. Anche Pistoia cercò di affrontare le novità e i cambiamenti del nuovo secolo, e si contraddistinse nelle officine artistiche specializzate nella lavorazione del ferro battuto, nella fusione in ghisa e in bronzo, tra le quali la Fonderia Pietro Lippi e le Officine Michelucci, luoghi d’incontro e fucine di idee per scultori di chiara fama.
A seguire è stata inaugurata la mostra “Il Galileo Chini che non ti aspetti: illustrazioni e manifesti d’inizio Novecento”, che raccoglie una serie di opere grafiche dell’artista.