Paolo Pergola, con il suo nuovo romanzo breve Sognando i cervi di Durango, ci consegna un’opera in bilico tra ironia e disincanto, dove il tema dell’identità si intreccia con quello dell’appartenenza. Il libro è una riflessione sincera e affilata sul senso di disorientamento che caratterizza il nostro tempo, raccontata attraverso gli occhi di un protagonista straordinariamente umano.
Lapo Pardini: il biologo senza radici
Il fulcro della storia è Lapo Pardini, un biologo marino e assegnista di ricerca, apolide per vocazione e per necessità. Dopo anni trascorsi all’estero, Lapo torna in Italia, ma il suo rientro non è un semplice ritorno: è uno scontro con la precarietà lavorativa, con una società che sembra procedere a un ritmo distante dal suo, con i propri sogni e le proprie incertezze. Tra intoppi burocratici, corsi di scrittura creativa e vernissage in provincia, Lapo cerca di ritagliarsi uno spazio in un mondo che gli appare sfuggente e caotico. Le sue giornate, scandite da una routine che non si consolida mai, si fanno specchio delle contraddizioni di una vita che oscilla tra desiderio di stabilità e bisogno di libertà.
Una narrazione tra realtà e immaginazione
Pergola costruisce un racconto che mescola il serio e il faceto, il concreto e il surreale. Attraverso una scrittura sobria e riflessiva, la storia di Lapo si trasforma in un viaggio che sfida il lettore a guardare oltre le apparenze. Pergola gioca con le ambiguità dell’esistenza, creando un’atmosfera in cui ogni dettaglio – un dialogo, una descrizione, un’intuizione fugace – diventa un tassello per comprendere la complessità del personaggio e del mondo che lo circonda.
Identità e appartenenza: i temi di un’epoca
Sognando i cervi di Durango affronta temi universali con una sensibilità profondamente contemporanea. Lapo Pardini, con la sua irrequietezza e il suo sguardo disincantato, incarna le tensioni di chi si muove tra un mondo che chiede radici e un desiderio personale di libertà e autenticità. L’identità, in questo libro, non è un dato fisso, ma una ricerca continua, una lotta con le aspettative esterne e le fragilità interiori. Allo stesso tempo, il tema dell’appartenenza emerge come un bisogno mai pienamente soddisfatto: Lapo è ovunque e da nessuna parte, un viaggiatore senza meta definita.