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mammi blog

La gisléra. Romanzarsi è glorioso di Gianfranco Mammi, fa parte della collana Aritmie, e ci invita a intraprendere un’avventura letteraria in cui il linguaggio diventa il vero protagonista. È un romanzo che conduce il lettore in un’avventura surreale e imprevedibile, grazie a una scrittura che esplora il potere della lingua e della parola scritta e la sua capacità di trasformare la realtà.

Linguaggio e immaginazione

Questo romanzo breve si distingue per la sua audace sperimentazione linguistica, dove i “neologissimi” – “parole inesistenti” e mai sentite prima – si affacciano in ogni pagina, creando un mondo ricco di significati sfuggenti. Il lettore è chiamato a decifrare queste nuove parole, scegliendo se lasciarsi trasportare dall’immaginazione o consultare il glossario a fine libro per scoprire il loro vero significato. In questo modo, La gisléra diventa un gioco intellettuale e un atto di complicità tra autore e lettore, dove ogni parola rappresenta una piccola sfida da raccogliere.

Un protagonista e un viaggio che sfidano la realtà

Al centro della trama c’è il signor Mazzacurati che, vestito da corridore ciclista, intraprende una gita sulle due ruote, portando con sé una scacciacani – la famosa “gisléra” – presa in prestito da un collega. Quello che sembra un innocente viaggio in bicicletta si trasforma rapidamente in un’avventura ricca di situazioni bizzarre, incontri improbabili e cadute rocambolesche. La realtà si fonde con l’assurdo, il grottesco si intreccia con il comico, e il finale, totalmente imprevedibile, si fa beffa di ogni aspettativa. Mammi gioca con la fluidità del reale, creando un racconto che non si lascia mai definire, ma che scivola continuamente tra il possibile e l’impossibile.

Il linguaggio come veicolo di fantasia e riflessione

Questo stile, apparentemente semplice e lineare, è punteggiato da una sottile ironia. Ne La gisléra. Romanzarsi è glorioso, il linguaggio non è solo un mezzo di comunicazione, ma una porta che conduce a un mondo nuovo, dove ogni parola inventata diventa uno strumento per rivelare una realtà in continua trasformazione. La trama, pur se misteriosa e imprevedibile, non è mai fine a se stessa, ma funge da veicolo per esplorare le possibilità infinite del linguaggio. In questo romanzo, il lettore si trova di fronte a un gioco di equilibri delicati, dove l’ironia e il surreale sono strumenti per interrogarsi sul potere delle parole e sul loro rapporto con il mondo che ci circonda.